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Via S. Francesco da Paola 4b

Torino

(a 30 metri da Via Po)

L'arte della scarpetta

Una tradizione tutta italiana che ha conquistato il mondo

Le origini

 

L’arte della scarpetta è un orgoglio tutto Italiano. Secondo la definizione del Dizionario Treccani l’espressione indica il “raccogliere il sugo rimasto nel piatto passandovi un pezzetto di pane infilzato nella forchetta, o più comunemente tenuto tra le dita”. Il Grande Dizionario della Lingua Italiana riporta attestato questo detto per la prima volta nell’italiano scritto solo nel 1987.

“Fare la scarpetta” è un’espressione di uso comune e rappresenta un vero e proprio piacere a tavola. Ma perché si dice proprio “fare la scarpetta”? Esistono diverse ipotesi.
La prima, meno convincente, alluderebbe alla forma assunta dal pane durante il gesto. Il pezzo di pane morbido che spinto con il dito per raccogliere il sugo somiglia infatti vagamente a una scarpa, con la gamba che esce fuori.
La seconda opzione è una sorta di metafora e si riferisce al gesto, molto simile allo strisciare della scarpa sul pavimento. Come la scarpa striscia per terra e raccoglie ciò che trova, allo stesso modo si fa con il boccone di pane che raccoglie il sugo rimasto nel piatto.
La terza ipotesi è la più accreditata e si riferisce al termine “scarsetta” ovvero povertà, che obbliga le persone ad accontentarsi di ciò che c’è e a guardare nel piatto degli altri per godere anche dei loro miseri avanzi.
Denominatore comune è sempre il pane: no a quello secco con tanta crosta e sì alla morbida mollica. Una caratteristica che troverai nel pane delle nostre bōl.

 

 

Scarpetta sì o scarpetta no?

 

Raccogliere ogni singola goccia di salsa, sugo, guazzetto dal piatto con un soffice pezzo di pane è un piacere che in Italia si è consolidato come vera e propria abitudine e come segno di apprezzamento per la pietanza che si è appena consumata.
Tuttavia, la scarpetta è considerata appropriata solo durante i pasti informali: con amici e famiglia, o in situazioni di relax. Ultimamente questa “pratica” di origine popolare si verifica sempre più frequentemente, anche in luoghi più raffinati. Sicuramente lo chef quando vede tornare indietro il piatto pulito fino all’ultima goccia, non può che esserne gratificato.

Il Galateo non proibisce la scarpetta, ma vuole che la si faccia solo nelle occasioni informali e utilizzando la forchetta, non le mani. Con educazione e grazia dunque il bocconcino di pane si può usare per raccogliere il gustoso sugo rimasto sul piatto.
In soccorso della scarpetta arrivano anche voci autorevoli, come il maestro Gualtiero Marchesi e lo chef Vissani.

Noi di BŌL.house facciamo un appello pubblico ai nostri clienti: meno paranoie e più scarpette per tutti!

 

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